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Il blog di Girolibero

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Il Molise esiste… ed è bellissimo da camminare!

Regione piccola, ma dal cuore grande. Popolata da gente semplice ed ospitale. Dominata dai tanti colori delle quattro stagioni, che contraddistinguono le sue bellezze naturali: la montagna, la collina, i boschi, i laghi, i prati, i fiumi, le grandi rocce calcaree svettanti fra colline argillose e montagne (in italiano locale le cosiddette morge) e il mare.
Scarsamente conosciuta, ma dalle grandi potenzialità naturalistiche, paesaggistiche, archeologiche, architettoniche e culinarie. Con una lunga storia alle spalle, tradizioni “povere”, un patrimonio folkloristico notevolmente conservato e variegato e vissuti legati alla vita agricolo-pastorale.
Girando per queste lande, l’escursionista può camminare traversando montagne e arrivare lungo la costa adriatica, passando per colline e valli contraddistinte da anfratti scarsamente antropizzati, dove regnano il silenzio, la solitudine, la natura, la calma e i ritmi lenti.
Tutto questo è il Molise, un territorio bellissimo da camminare!

Due camminatori in un sentiero sterrato in mezzo alla natura e pale eoliche sullo sfondo

Terra ricca di storia

Ognuno ha lasciato qualcosa di unico e irripetibile nelle lande molisane.
Partendo dal Paleolitico, si passa all’epoca italica, dove troviamo i Sanniti. Si incontrano poi sentieri che incrociano siti romani, longobardi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, asburgici, borbonici, napoleonici, sabaudi, fino ad arrivare ai nostri giorni.
Numerose sono le aree archeologiche di diversa fattezza, bellezza e periodo, disseminate anche nei luoghi più improbabili.
Fra le tante, impossibile non fare riferimento al sito di Isernia La Pineta, posto a ridosso del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, dove i resti di animali estintisi dal continente europeo e un dente da latte di un bambino di Homo heidelbergensis risalente a circa 600.000 anni fa (il ritrovamento umano più antico d’Italia!) fanno di quest’area archeologica una fra le più importanti dell’intero continente europeo relative al Paleolitico.
Notevolmente affascinante è la città romana di Saepinum-Altilia, insediatasi proprio sul Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, dove la stratificazione storica ha fatto sì che il sito archeologico fosse un mix fra strutture urbane di epoca romana ancora in piedi e case contadine settecentesche e ottocentesche.
Il teatro-tempio-senato italico di Pietrabbondante, anche lui a pochi chilometri da un’asse della civiltà pastorale transumante, il Regio Tratturo Celano-Foggia, punta di diamante fra le dimostrazioni della popolazione italica dei Sanniti, dove si è rinvenuta la prima testimonianza (numismatica) del nome Italia (Viteliù nella lingua osca, la lingua dei sanniti).
Tantissime sono le mura ciclopiche in opera poligonale relative a presidi militari di epoca sannita, poste sulle numerosissime alture dei monti e colli molisani. Sempre non semplici da raggiungere attraverso i sentieri, permettono di ammirare il paesaggio e di ammaliarsi davanti al fascino della storia dei luoghi.
Notevoli per quantità e bellezza sono i castelli del Molise, alcuni oggi ruderi, ex fortezze militari, dimore private, musei e sedi di amministrazioni locali. Poiché di grande quantità e bellezza, tanti sarebbero da citare, chi per gli affreschi arricchenti le sale (castello di Capua a Gambatesa e castello Pandone a Venafro), chi per la posizione strategica che ricopre (castello d’Alessandro a Pescolanciano, castello Monforte a Campobasso, castello Svevo a Termoli, ecc.), chi per il contributo che dà alla magnificenza paesaggistica e urbana (castello Pignatelli a Monteroduni, castello di Roccamandolfi, castello di Macchiagodena, castello Caldora di Carpinone, ecc.).
Tanti anche i palazzi baronali o dei vari Podestà presenti nei vari paesi e piccole cittadine di questa regione, che sono ulteriormente arricchiti dal fascino semplice del patrimonio architettonico storico.
Le vecchie masserie, taverne, fontanili e cappelle, simboli di un’antica cultura pastorale che ha dato vita al fenomeno della transumanza, attraverso l’utilizzo di quei “giganti verdi” che sono i Regi Tratturi, i Bracci tratturali e i Tratturelli.
Le chiese, i monasteri, le abbazie ed i luoghi di culto antichi e moderni, fra cui è impossibile non citare l’abbazia di San Vincenzo al Volturno, il cenobio benedettino più importante, grande e potente del sud Europa nei secoli VIII-XI, oggi visitabile attraverso la sua area archeologica.
Tutte queste realtà si possono ammirare nei viaggi a piedi che il Molise offre.

Vista di un antico monastero

Terra di cammino

Per 2300 anni questa terra è stata di passaggio per miliardi di animali e milioni di pastori transumanti, che nel plurimillenario andirivieni fra il Tavoliere delle Puglie e l’Appennino abruzzese e molisano – pascoli invernali il primo ed estivi il secondo – ha visto nascere una civiltà della transumanza che ha toccato tutti gli aspetti del vivere sociale dell’essere umano.
La rete della transumanza in Molise possiede 480 km di percorsi dedicati alla storia della pastorizia, su oltre 4000 km di tragitti nelle cinque regioni interessate dalla pastorizia nomade dell’Italia centromeridionale ( distribuiti tra Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata). Tale pratica ha dato l’anima al Molise, donandole la geografia umana, relativa all’insediamento urbano. Si pensi che 76 centri cittadini su 136 si trovano dove sono perché vi passa una via pastorale.
I percorsi della transumanza, cioè i Regi Tratturi, i Bracci tratturali e i Tratturelli, non sono comuni sentieri. Larghi, dove possibile, 111 metri (i Regi Tratturi), 36 metri (i Bracci tratturali) e 18 metri (i Tratturelli), si sviluppano per centinaia e centinaia o decine e decine di chilometri dando, ancora oggi, camminandoci, la possibilità di scoprire e conoscere la bellezza naturale, storica, paesaggistica e ambientale del Molise. Procedere a piedi su una via della transumanza significa immergersi nell’anima del Molise.
A questa rete tratturale si va ad aggiungere la rete di sentieri di montagna e di collina, intensamente sviluppata per permettere di spostarsi facilmente, anche se con fatica, da una parte all’altra della regione, da un paese a un altro, già da prima dell’avvento dei mezzi motorizzati.
Notevolmente affascinante per natura e storia è questa fitta rete. Le montagne appenniniche del Matese e delle Mainarde (oggi ricadenti nella parte più selvaggia e solitaria del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) e quelle sub appenniniche de La Montagnola Molisana e dell’alto Molise, sono connesse alla rete transumante tramite bellissimi sentieri che dalle quote più basse salgono anche fino alle panoramiche e stupefacenti cime.
Boschi di cerri, roverelle, carpini e aceri, associati al sottobosco tipico della flora mediterranea, boschi di faggi e abeti bianchi, praterie d’alta quota, ambienti rocciosi, profondi e pendenti versanti solcati dall’ultima era glaciale sono attraversati da sentieri che soddisfano le voglie di tutte le gambe escursionistiche.
Larghe carrarecce, strade bianche, piste in terra battuta attraversano colline atte all’agricoltura o camminano affianco ai grandi specchi d’acqua, che caratterizzano le valli fluviali dei fiumi Biferno, Fortore e la piccola conca de la Salzera, con i rispettivi laghi di Guardialfiera, Occhito e Castel San Vincenzo, o accanto alla costa, fra dune, macchia mediterranea e boschi retrodunali.
Si può quindi attraversare a piedi il Molise in lungo e in largo, immergendosi in una ruralità spinta, in boschi maestosi e solitari, su colline e giù per valli amene, tra montagne incredibili.

Mandria di mucche al pascolo in una giornata soleggiata

Terra di cammini esperienziali

Il Molise è una regione in cui il progresso economico del XX secolo non ha spazzato completamente via la civiltà contadina e artigianale che ha caratterizzato l’Italia, per tantissimi secoli, da Nord a Sud, da Est ad Ovest.
A chi vuole camminare in Molise, fuori dai momenti del cammino, tutto questo permette di immergersi in una ricca esperienza fatta di folklore e consapevolezze artigianali.
La scarsa contaminazione con altre realtà e la presenza di una forte identità rurale ha permesso di mantenere un patrimonio folkloristico notevole, legato ai ritmi della natura, che dà la possibilità di vivere tutti i cicli della vita e dell’anno.
Gli eventi folkloristici sono tantissimi. Questi sono solo alcuni:

  • quelli legati ai riti del fuoco, nel periodo invernale come il Natale (‘Ndocce di Agnone e la Faglia di Oratino per citarne alcuni), la festa di Sant’Antonio Abate, le maschere zoomorfe del carnevale (Diavolo di Tufara, Gl’ Cierv – Uomo cervo di Castelnuovo al Volturno, Orso di Jelsi);
  • le feste religiose come quelle legate alla Quaresima, (La Quarantana di Santa Croce di Magliano), le manifestazioni del Triduo Pasquale a Isernia e Campobasso, il convito di San Giuseppe (che si tiene in tanti paesi della regione), la festa dei carri infiorati e trainati da buoi di San Pardo a Larino, i Misteri di Campobasso sfilanti nella giornata del Corpus Domini, le Infiorate in onore delle diverse Madonne in varie realtà molisane, la festa dei Fucilieri di San Giuliano del Sannio, in onore di San Nicola, la processione a mare di San Basso a Termoli, il volo dell’angelo a Vastogirardi e così via;
  • per l’arrivo della primavera come il Majo di Acquaviva Collecroce o la Pagliara di Fossalto;
  • per la mietitura del grano, come le Traglie di Jelsi e di Gambatesa, legate anche a due figure di sante (Sant’Anna a Jelsi e alla Madonna della Vittoria a Gambatesa);
  • la festa dell’uva a Riccia, con la sfilata di carri addobbati artisticamente con acini;
  • collegati agli animali, come le Carresi di San Martino in Pensilis e Portocannone, il Palio delle Quercigliole a Ripalimosani, la Madonna di Loreto a Capracotta.

Infine, la tradizione artigianale permette di vivere momenti con chi produce coltelli, formaggi e latticini, tessuti ricamati al tombolo.
Tutte esperienze arricchenti il cammino.

Tavola imbandita con piatto di salumi e sottaceti, ricotta e del vino rosso
Tante provole appese al soffitto

Terra del buon cibo

Dopo tanto camminare, è possibile ristorarsi alla tavola della tradizione enogastronomica molisana. Vino e olio la fanno da padrone, fra vitigni autoctoni come la Tintilia e cultivar di olivo come l’Aurina, la gentile di Mafalda, la gentile di Larino, la Nera e la Rumignana di Colletorto, la Noccioluta di San Giuliano di Puglia, la Rosciola di Rotello, l’Olivastro di Montenero e la Spagnuola. A distinguersi per la sua ottima resistenza al freddo è lo Sperone di Gallo. Il tutto a condire o innaffiare pietanze semplici dell’usanza contadina e pastorale, all’interno, e marinara, sulla costa. Dai salumi, come ventricina, soppressata, salsiccia; ai legumi, fino ai cereali – particolare è il recupero del farro, risalente ai Sanniti ed agli antichi Romani. Passando ai formaggi e ai latticini tipici come la stracciata di Capracotta, il pecorino di Montefalcone nel Sannio, la Treccia di Santa Croce di Magliano, il caciocavallo; alla pasta fatta a mano, al tartufo bianco o nero, alle minestre, zuppe e risotti del litorale. Terminando con dolci e liquori prodotti con le bacche spontanee della lussureggiante natura del Molise.

Uomo sorridente all'interno di una grotta fatta di pietre

Nel cuore del Molise, trekking per apprezzare il territorio molisano

Tra i protagonista principali di un viaggio a piedi in Molise c’è il piccolo ma suggestivo complesso montuoso sub appenninico de La Montagnola Molisana, il quale offre uno spettacolo eterogeneo e affascinante.
Le valli e le dorsali si alternano tra ampi pascoli, formazioni rocciose, piccoli e grandi laghi di montagna, grossi boschi con esemplari di vetusti faggi e numerosi fenomeni carsici.
Come in passato per la transumanza, dato che le famiglie nobiliari dei vari paesi che contornano il massiccio montuoso erano fra i protagonisti della pratica pastorale, così ancora oggi, nei mesi estivi, si possono trovare mandrie di bovini, ovini e cavalli che pascolano allo stato brado.
Diverse sono le testimonianze della storia in questo viaggio. La maggiore è il sito archeologico de La Pineta di Isernia. Qui, 600.000 mila anni fa, l’Homo heidelbergensis ha vissuto, bonificando l’area con resti di animali ora estinti nel Vecchio Continente (ippopotami, elefanti, ecc.). Interessanti sono il settecentesco eremo di Sant’Egidio, alcune piccole capanne in pietra a secco e la “casa museo” realizzata dal pastore Pasquale Paolucci.
Suggestive sono le atmosfere nei centri storici o negli agriturismi in cui si riposa. Dai borghi di Carpinone e Macchiagodena arricchiti da due bei esemplari di castelli, a Frosolone, patria dei maestri coltellinai, passando per Civitanova del Sannio e Sessano del Molise, situati in bei contesti paesaggistici e nel verde sfarzoso, all’interessante centro storico della città di Isernia.
Nei momenti di riposo, poi, si incontrano persone significative che raccontano il Molise e le sue tradizioni. Inoltre, si possono visitare alcune botteghe artigianali, oltre a un agriturismo che produce prodotti a “km zero”.
Il viaggio è arricchito dall’ottima cucina tradizionale del Molise e dalle sue eccellenti bevande. Prodotti tipici e piatti tradizionali, spesso fatti a mano e all’antica maniera, allietano le serate dei camminatori.

Tutto questo caratterizza il Molise, una terra da scoprire… una terra d’amare.


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