/ Martina Forino / da camminare cultura diario di viaggio viaggiare a piedi
Trekking in Cornovaglia nelle brughiere a sud
Fare trekking in Cornovaglia significa camminare su sentieri costieri che conducono a spiagge selvagge, e scoprire piccole perle poco conosciute come una stazione telegrafica sotterranea, villaggi storicamente rifugio di pirati e antiche leggende che hanno dato origine a piatti tipici adatti solo agli stomaci più forti.
Trekking nel sud della Cornovaglia
Dopo esserci lasciati alle spalle l’ovest, la prossima tappa del nostro trekking in Cornovaglia è Pendeen: ci arriviamo camminando nella campagna, in un tratto collinare, ammirando il mare dall’alto e passando per alcuni paesini sperduti come Porthmeor, costituito solamente da due cottages.
Camminando nella brughiera tra le miniere abbandonate
La Cornovaglia è stato luogo sin dal Neolitico di grandi giacimenti minerari, soprattutto stagno e rame, e iniziamo ad attraversare i luoghi dove dal 1990 le miniere hanno smesso di essere in attività per subire spesso una riqualificazione di altro tipo grazie anche al patrocinio UNESCO, diventando sede di musei o proponendo percorsi turistici per poter scoprire più a fondo come avveniva l’estrazione dei minerali. Agli inizi del 1900 qui l’industria mineraria era la fonte principale di reddito, ma le tracce della presenza dell’uomo da queste parti risalgono a tempi ben più lontani. I dolmen o le antiche camere sotterranee, i fogous, utilizzate forse anche come dispense o a scopo difensivo, possono essere tutt’oggi visitati.
Quando arriviamo a Pendeen la prima cosa che vediamo è il suo faro bianco sulla cima del promontorio. Ad un quarto d’ora dal centro del villaggio troviamo la Geevor Tin Mine, un’antica miniera di stagno, dove lavoravano anche molti minatori italiani, ora riconvertita in museo sulle attività dell’estrazione mineraria e sulle condizioni degli operai che vi lavoravano. Malgrado la desolazione di queste terre abbandonate dagli abitanti una volta chiuse le miniere, il fascino decadente e brullo e il calore e la generosità delle persone che sono rimaste qui, ci fanno sentire di essere in un posto davvero speciale.
Il giorno dopo percorriamo il sentiero costiero per arrivare a Sennenà. Il nostro cammino questa volta è accompagnato dai numerosi resti archeologici, risalenti a diverse età preistoriche, di cui la zona è disseminata. Passiamo per St. Just-in-Penwith, un altro piccolo paesino che agli inizi del Novecento, nel suo periodo più florido in pieno boom minerario, contava ben 5.000 abitanti. Il villaggio non è tra i più piccoli di quelli che abbiamo attraversato finora e c’è anche la bellissima chiesetta medioevale di St. Justus, costruita per custodire le spoglie del martire, da poter visitare.
Cape Cornwall e la fine delle terre
Ci dirigiamo verso la costa per poter ammirare Cape Cornwall, uno dei promontori più ad ovest della regione. Qui non ci sono alberi né boschi e il vento è piuttosto forte, ma il panorama è spettacolare e l’oceano spumeggiante e sempre inquieto è di un blu profondissimo.
Dal piccolo paesino di Sennen con la sua caratteristica chiesa parrocchiale, si estende il territorio della penisola granitica chiamato the Land’s End, la fine delle Terre, ed è questo il punto più ad ovest dove la Cornovaglia si affaccia sull’Atlantico. Lo scenario selvaggio è suggestivo, e camminare su un tappeto erboso spruzzato dal viola intenso dell’erica e dalle ginestre su queste ripide scogliere dà un senso di pace e appagamento. La nostra prossima tappa prevede il passaggio attraverso Porthcurno, famosa per la sua stazione telegrafica sottomarina che collegava Londra con Bombay già nel 1870 e che consentiva uno scambio di comunicazioni impensabile per l’epoca. Riuscì a resistere fino all’avvento della comunicazione senza fili di Marconi, che condusse i suoi esperimenti radio proprio qui in Cornovaglia, dalla piccola cittadina di Poldhu, più a sud.
Le bianche spiagge della Cornovaglia del sud
La baia di Porthcurno offre spiagge di sabbia bianca e acque turchesi e scintillanti: considerate giustamente tra le più belle del Regno Unito, sono tra le preferite dagli appassionati della tavola da surf.
Qui a Porthcurno potrete visitare l’anfiteatro Minarc Theatre, nato negli anni Trenta per volere di un abitante del villaggio che desiderava poter inscenare opere come La Tempesta o Il Sogno di Shakespeare in questa magnifica cornice naturale all’aperto, che si fece aiutare solo dal suo giardiniere nella progettazione originale.
Il giorno successivo decidiamo di raggiungere Mousehole, sulle acque del Canale Inglese, passando per il villaggio di Lamorna, intorno a cui si insediò il gruppo di pittori che diede vita al movimento della Newlyn School, che fu molto attivo in queste zone ritraendo la vita quotidiana dei pescatori, enfatizzando soprattutto l’uso della luce all’aria aperta come i più noti colleghi francesi.
Più avanti attraversiamo il magnifico bosco di St. Loy, dove la bellezza delle sue piante e le campanelle blu inglesi che spuntano dappertutto ci ripagano della fatica del cammino.
Mousehole è un caratteristico villaggio di pescatori, un tempo uno dei più importanti della Mount’s Bay, e le case gialle affiancate l’una all’altra sembrano sorreggersi e far fronte comune contro la forza del vento che arriva impetuosa dal mare. Qui la gente, che porta sul volto i tratti spigolosi di chi è abituato a difendersi dalle forti tempeste, ogni anno prima di Natale celebra la Tom Bawcock’s Eve, una festa in memoria di un famoso pescatore che sfidò in barca la tempesta per salvare gli abitanti di Mousehole da una carestia. Per ricordare il suo coraggio, la sera del 23 dicembre viene mangiata un’enorme torta salata, la Stargazy Pie, con uova, sardine e teste di pesce che spuntano fieramente all’esterno della copertura di sfoglia.
Nella terra dei pirati e dei monaci benedettini
La nostra ultima tappa è il paese più grande tra quelli visti finora, Penzance: un piccolo porto che è stato in passato obiettivo delle scorrerie dei pirati Ottomani e che nel 1500 fu saccheggiato e dato alle fiamme dall’Armada dei Conquistadores spagnoli. È famosa anche per via de I Pirati di Penzance, un’operetta comica molto nota nel Regno Unito che ridicolizza i militari inglesi. Nell’Ottocento l’aria salubre e i paesaggi incantevoli, l’hanno rilanciata come meta balneare e i collegamenti ferroviari con Bristol e Londra hanno contribuito a farla diventare una florida cittadina.
Da qui possiamo vedere in lontananza l’isola che tra poco andremo a visitare, St. Michael’s Mount: un’abbazia-fortezza dedicata all’arcangelo Michele, eretta su un isolotto tidale in mezzo al mare dai monaci benedettini, gli stessi che in Normandia costruirono quella di Mont Saint-Michel.
Qui in Cornovaglia il tempo è stato clemente con noi. Contrariamente alle aspettative, il tempo cambia molto repentinamente, ma non abbiamo quasi mai trovato la pioggia durante il nostro viaggio. Un altro colpo di fortuna lo abbiamo quando, arrivati nel paese di Marazion per prendere il traghetto che lo collega a St. Michael’s Mount, scopriamo che invece siamo capitati giusto al momento della bassa marea, e che possiamo raggiungere l’isola semplicemente camminando sulla passerella che la collega alla terraferma. Passeggiare in mezzo al mare sulla sottile lingua di sabbia per raggiungere il monastero è un’esperienza unica molto emozionante. Dopo la fondazione della chiesa anglicana, Enrico VIII confiscò tutti i monasteri cattolici, tra cui quello di St. Michael’s Mount, e lo trasformò in una fortezza. Una leggenda medioevale racconta invece che il gigante Cormorano che dopo aver creato l’isola razziava il bestiame sulla terraferma, sia stato ucciso in queste acque grazie ad una trappola tesagli dal giovane Jack, che da allora in poi fu conosciuto come Jack l’Ammazzagiganti. Sotto le mura della fortezza potrete trovare una pietra a forma di cuore con un cartello che recita questo è il cuore del gigante. Avvicinandovi con l’orecchio alla pietra, si dice si possa sentirne il battito. Il castello, attorniato da un piccolo borgo di case, è maestoso e ben tenuto, e arrivando alla sua sommità sulla terrazza vittoriana possiamo godere di un magnifico panorama sulla baia.
Il nostro trekking in Cornovaglia purtroppo termina qui: coi suoi paesaggi aspri e le lande desolate si è rivelata un posto magico, con il suo mare come protagonista assoluto, degna di tutti i miti e le leggende che la circondano e che rendono il suo fascino cupo davvero indimenticabile.