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Un tè per viaggiare: Cina
Le vacanze gocciolano via, ma viaggiare “dal divano” è sempre possibile. E questa volta partiamo per la Cina, o almeno ci prepariamo per raggiungerla davvero nei prossimi mesi. Cosa c’è di meglio, quindi, nel frattempo, di prepararsi alle sue atmosfere sorseggiando un tè oolong con tra le mani il celeberrimo Libro dei Mutamenti, conosciuto come l’oracolo cinese?
Libri, tè e viaggi: andiamo in Cina
Cosa sai sull’I Ching?
L’I Ching è un libro antichissimo, più delle prime dinastie imperiali, che racchiude in sé la filosofia orientale degli opposti. Pare sia stato inventato da una figura mitica, Fu Hsi, che sia stato declinato in una raccolta di 64 “segni” per opera del re Wên, che la specifica di ciascuna linea sia stata data da suo figlio, duca di Chou, infine che i commenti siano opera di Confucio.
Nasce come raccolta di segni destinata a servire da oracolo. Nell’antichità la risposta sul futuro era binaria: sì o no; il sì veniva rappresentato da una linea intera, il no da una spezzata, ma ben presto si sentì il bisogno di una maggior differenziazione e si produssero coppie di linee nelle quattro possibili combinazioni (intera intera, intera spezzata, spezzata intera, spezzata spezzata) alle quale venne poi aggiunta una terza, producendo di conseguenza otto trigrammi. Questi simboli sono alla base del Libro dei Mutamenti e non rappresentano entità statiche ma “moti delle cose”. Sono una sorta di famiglia: il padre Cielo, forte; la madre Terra, devota; il primo figlio, Tuono, mobile; il secondo, Acqua, pericoloso; il terzo, Monte, quieto; la prima figlia, Vento, penetrante; la seconda, Fuoco, luminosa; la terza, Lago, allegra.
Combinati tra loro questi segni offrono un totale di 64 segni: sei linee ciascuno, frutto dell’alternanza di linee positive e negative, chiamati esagrammi. A ognuno è associata una sentenza che, di fatto, è la risposta oracolare. Alcune linee però possono mutare, quindi si considera sia l’esagramma originario che quello con la linea mutata, che esprime la situazione futura, ad evoluzione avvenuta.
Come consultare l’I Ching
Operativamente: si prendono tre monete uguali e si stabilisce che un lato è yang e vale 3, l’altro è lo yin e vale 2. Si lanciano sei volte, a ciascun lancio corrisponde una linea: se la somma dà 9 (tutti yang) si tratta di linea intera “mobile”, se la somma dà 6 (tutti yin) è una linea “mobile” ma spezzata, 7 è una linea intera fissa e 8 è una linea spezzata fissa. Si riportano le linee a partire dal basso e si legge la sentenza corrispondente all’esagramma ottenuto. Qualora siano presenti linee “mobili” vanno approfondite le considerazioni sulle singole linee ed esaminato anche l’esagramma in cui le linee “mobili” hanno mutato natura (la spezzata è divenuta intera e viceversa).
Sembra complicato a dirsi, ma nella pratica non lo è! La cosa realmente difficile è comprendere l’oracolo che ne vien fuori, frutto di una saggezza popolare vecchia di millenni e che non si disvela così apertamente. Sono necessarie calma e concentrazione, ecco perché si può consultare l’I Ching sorseggiando una tazza di tè.
Ma quale tè cinese bere?
Nella fattispecie Nicoletta Tul, Tea Expert, consiglia un Tie Guanyin cinese (letteralmente: “dea di ferro e della misericordia”), della famiglia degli oolong. I tè oolong sono tè semiossidati, una sorta di “via di mezzo” tra i tè verdi e quelli neri, e vengono preparati secondo antiche ricette e tradizioni che si tramandano di padre in figlio nelle famiglie di contadini produttori. Per assaggiare un vero tè oolong è necessario pertanto trovarne uno prodotto ancora artigianalmente.
Le caratteristiche del tè Oolong
A differenza dei tè bianchi o verdi, che sono composti principalmente da prime gemme e foglie piccole, gli oolong si ottengono da foglie grandi e mature, ancora malleabili, che in genere crescono nelle regioni collinari del Fujian e del Guang Dong, il cui clima subtropicale ne incentiva la crescita. Le foglie vengono raccolte e fatte avvizzire; in questa fase si sviluppano gli esteri, sostanze molto aromatiche usate nel mondo delle essenze: sono molecole dallo spiccato profumo di frutta o di fiori che rilasceranno il loro aroma nelle prime infusioni del tè. Ciò avviene in grandi cesti di bambù impilati l’uno sull’altro, che vengono scossi per produrre nelle piante piccole lacerazioni. Queste devono essere quasi impercettibili altrimenti, come per i tè neri, emergerebbero note forti, come quella di cioccolato, frutti rossi, malto ecc., invece il tè oolong deve mantenere delicatezza e ricchezza aromatica insieme. Per fermare l’ossidazione si procede poi ad asciugatura in forno; infine, talvolta, è prevista la fase della torrefazione in cui le foglie vengono cotte a secco su braci non resinose ottenute da carbone coperto di pula di cerale, per esempio di riso. Più un tè è torrefatto e più è adatto alla stagionatura: alcuni oolong vengono stagionati anche per venti, trenta, cinquant’anni e diventano così preziosi da essere battuti all’asta!
Il nome oolong significa letteralmente “drago nero” e deriva dalla forma delle foglie del tè, che dopo l’ossidazione vengono arrotolate, in modo più o meno “stretto”, come si vede anche in foto.
Come si prepara?
Il modo migliore è “all’orientale, cioè usando poca acqua e molto tè in infusioni brevissime. In una teiera grande infatti il bouquet aromatico complesso che l’oolong possiede verrebbe sprecato. Per 300 ml di acqua a 90°C è bene infondere circa 4 grammi di foglie per un minuto. L’infusione successiva la si mantiene per 40 secondi e quelle seguenti invece possono durare gradualmente di più: è possibile arrivare anche a 15-20 con le stesse foglie. Nelle prime infusioni si percepisce soprattutto la parte volatile (sapore di frutti, crema, latte, fiori), in quelle successive il corpo del tè, il suo gusto vero e proprio.