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Il blog di Girolibero

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Giro delle Fiandre, avventura nell’inferno di ciottoli e muri

Parlare del Giro delle Fiandre per gli amanti del ciclismo è come parlare di Napoli per gli amanti della pizza… non esiste altra località al mondo più densa di luoghi simbolo della storia di questa disciplina.

Vabbè, forse a San Remo e in Francia mi definirebbero blasfemo, ma sono talmente innamorato di questa regione che mi son fatto prendere un po’ la mano!

Il Giro delle Fiandre, un appuntamento imperdibile per ogni ciclista

In ogni caso, provo a raccontarvi cos’è la Ronde Van Vlaanderen per i fiamminghi e perché ogni ciclista che si possa definire tale almeno una volta nella vita deve aver provato “Berg & Cobbles”, muri e pavé. L’occasione giusta per farlo ed assaporare l’atmosfera da leggenda è la Ronde Van Vlaanderen cyclo, la cicloturistica che si disputa il giorno prima della gara dei professionisti. In questa occasione si possono prendere due piccioni con una fava: sfruttare il weekend per pedalare il sabato su strade mitiche del ciclismo e poi vivere l’epopea da vicino, tifando domenica perché un nuovo Leone delle Fiandre italiano (il primo e unico finora è Fiorenzo Magni che a Oudeanaarde ha vinto tre volte), scalzi il dominio nordico ancora una volta.

Lo spirito dei Flandrien

Le Fiandre, una delle tre regioni del Belgio, vivono di pane, birra e bici nonostante il loro clima, per usare un eufemismo, non sia dei più adatti. Ma i fiamminghi sono gente dalla scorza dura, forgiata da pioggia e vento. Per questo io, montanaro nell’anima, apprezzo e condivido lo spirito di questa popolazione che lotta contro le intemperie con la grinta di un orso e quando la battaglia è finita, fa emergere la volontà di celebrare e festeggiare in convivialità con una buona birra artigianale e uno stufato caldo.

Il sentimento che anima i 16.000 partecipanti del Giro delle Fiandre cyclo è quello dei flandrien: partecipare, soffrire, stringere i denti, arrivare e festeggiare.

Il principio di De Coubertin in questo weekend tutto da assaporare ha un fondamento reale per quelle migliaia di persone e la partecipazione equivale alla vittoria… di certo non si può dire lo stesso per i 200 professionisti che corrono la domenica!

Il mito dei ciottoli e del meteo

Proprio il meteo di inizio primavera, periodo durante il quale si disputano il Giro delle Fiandre e le altre classiche del nord, ha contribuito in maniera sostanziale a creare il mito dei ciottoli, che oggi vengono preservati come un monumento nazionale.

Se si è “fortunati”, il meteo potrebbe regalare anche a voi una giornata da leggenda, ma come si può scoprire all’interno del Centrum Ronde Van Vlaanderen di Oudenaarde, in realtà questa occasione diviene concreta soltanto una volta su tre.

Nel museo storico della classica del Nord un intero muro è dedicato al clima di inizio primavera: pioggia, vento e fango hanno accompagnato i ciclisti nella loro impresa circa 35 volte nella storia centenaria della Ronde. In ogni caso, preparate gli abiti pesanti perché difficilmente le temperature salgono sopra i 12-15°C.

Emozioni e fatiche sul percorso del Giro delle Fiandre

Per limitare al minimo la sofferenza c’è una sola soluzione… pedalare! La partenza della Ronde cyclo è alla francese e quindi ognuno può scegliere l’ora (solitamente si ha un intervallo di due ore) in cui presentarsi sotto l’arco d’avvio. Il mio consiglio è quello di farlo presto, per godere più a lungo della bellezza del territorio e soffermarsi nei punti più affascinanti del percorso. Già dopo pochi chilometri il freddo sarà un ricordo e l’atmosfera vi avrà conquistato, ma l’apoteosi arriverà sui tratti mitici, dove avrete già accumulato una buona dose di stanchezza. Se siete degli scalatori e avete dato un’occhiata all’altimetria, non illudetevi! E’ vero, il muro più lungo è di due chilometri ed il tratto di pavé poco di più. Ma non appena affronterete i primi chilometri “veri” del Fiandre vi renderete conto che non c’è respiro, salite e discese si susseguono senza soluzione di continuità, interrotte soltanto da qualche tratto pianeggiante… rigorosamente ciottolato. Arriverete alla fine sperando che dopo quella salita non ci sia nuovamente una discesa!

Se la dea bendata vi avrà tirato un brutto scherzo, scalerete Kwaremont, Paterberg e gli altri muri su un ciottolato asciutto e “pedalabile”, se invece sarete fortunati dovrete conquistare ogni singolo centimetro, facendo slalom tra terra, fango e residui umani accartocciati sul manubrio a spingere la bici.

La sfida con le Ardenne Fiamminghe è lanciata: riuscirete a non mettere il piede a terra? Personalmente sono uscito sconfitto un paio di volte e moralmente è stata una batosta. Ero comunque in ottima compagnia, soprattutto sul Koppenberg, dove soltanto pochi non-umani passavano indenni pedalando fin sul culmine!

Il mio ego ha impiegato pochi minuti a riprendersi: giusto il tempo di giungere ad un ristoro e tuffarsi sui banchetti imbanditi.  Dopo tutta la fatica, il freddo, la sofferenza, i muscoli che spasmodicamente chiedono pietà, arrivare al traguardo dovrebbe essere una liberazione… ed invece la sensazione provata è stata quella di un bambino appena sceso dalla giostra: “Mamma, voglio rifarlo ancora… e ancora e ancora e ancora!”

Ma giustamente mamma coscienza dice di aver pazienza, che all’indomani c’è da festeggiare… e il posto migliore per festeggiare è lì, sulla strada, al freddo a bere birra per scaldarsi insieme a decine di migliaia d’altri appassionati, nell’attesa che passino le locomotive umane a triturare i cobbles come se fossero asfalto.

Una nazione intera si ferma, trattiene il fiato per qualche ora, celebra i suoi campioni che con una vittoria in questa corsa diventerebbero leggenda; ma non solo: celebra il suo territorio e le sue tradizioni, celebra la sua stessa fiera indole.
Kwaremont e Paterberg sono i posti migliori ma il ciclismo è democratico ed ognuno è libero di scegliere il punto che ritiene più affascinante, sperando che sia proprio quello in cui ci sarà lo scatto decisivo!

Se volete provare anche voi a pedalare sulle mitiche strade del Giro delle Fiandre, sfidando i muri delle Ardenne Fiamminghe con un ex come Ferrigato e magari, dopo aver visto i pro sfrecciare sul pavé, testare le vostre capacità anche sui ciottoli della Parigi-Roubaix potete unirvi al tour in bici da corsa con Andrea Ferrigato organizzato da Girolibero.


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