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Cosa vedere in Colombia: Villa de Leyva e i dintorni
Chi pensa che la brutta reputazione della Colombia corrisponda ancora alla realtà, considerandola una meta da evitare per motivi di sicurezza, cambierà subito idea non appena arrivato nella tranquilla cittadina coloniale di Villa de Leyva, nel dipartimento di Boyacà, assolutamente da segnare tra le cose da vedere in Colombia.
Da vedere in Colombia: Villa de Leyva
Le guide turistiche sono concordi nell’affermare che in questo posto il tempo sembra essersi fermato. La sensazione di trovarsi improvvisamente catapultati tra le pagine di una saga familiare di inizio secolo conferma subito questa impressione. Eppure Villa de Leyva riesce a farci scorgere, durante il nostro soggiorno, il volto di una Colombia più contemporanea, pronta a dischiudersi al mondo lasciandosi alle spalle i suoi anni più bui ,con strutture tradizionali adibite all’accoglienza dei turisti ristrutturate con cura e brevi tour organizzati per poter esplorare l’area centrale della cordigliera orientale colombiana.
Una città colombiana sospesa nel tempo
Villa de Leyva, fondata nel 1572 dallo spagnolo Hernán Suárez de Villalobos e dichiarata patrimonio nazionale nel 1954, è una città coloniale conservata perfettamente, e passeggiare sul suo ciottolato assecondando il ritmo lento che questi luoghi impongono, è il modo migliore di scoprirla. La sua piazza principale in ciottoli di 14000 m² è una delle più grandi di tutto il Sud America ed è tappa turistica obbligata se si passa di qui. La piazza è incorniciata dalla tipica architettura coloniale delle case bianche coi lunghi ballatoi fioriti e la piccola chiesa parrocchiale di Nostra Signora del Rosario che vi si affaccia è un piccolo gioiellino immacolato da visitare. Se avete la fortuna di capitare qui nel mese di agosto, vedrete questa piazza animata dai colori vivaci degli aquiloni al Festival del Vento e degli Aquiloni, una competizione dove i partecipanti si sfidano in diverse specialità di volo. Gli aquiloni sono quasi sempre realizzati in casa e il vero spettacolo, oltre a quello di vederli volteggiare nel cielo, è quello dell’abilità dei loro costruttori che realizzano opere dalle forme fantasiose con maestria e dedizione.
Questi territori erano abitati fin dalla preistoria, e al Museo El Fósil potrete vedere un’ampia collezione di reperti fossili, in particolare quello di un gigantesco kronosauro, un lontano parente del coccodrillo, che vi faranno scoprire alcune delle specie animali e vegetali presenti qui tra i 130 e i 65 milioni di anni fa.
L’opera in ceramica più grande del mondo
La Casa Terracotta di Octavio Mendoza è un’opera architettonica moderna unica nella zona: un edificio di ben 500 m² costruito completamente in argilla che con le sue forme abbozzate e primitive e il colore arancio acceso mi ricorda gli incerti castelli di sabbia fatti in riva al mare da bambina, lasciando filtrare e colare liberamente la sabbia bagnata dai pugni chiusi. Sia gli interni che gli esterni sono completamente in cotto e pare che nella sua costruzione siano state utilizzate 400 tonnellate di argilla. Un’idea visionaria e ambiziosa che l’hanno portata ad essere la più grande opera in ceramica del mondo.
Ráquira, capitale colombiana della terracotta
A 25 km da Villa de Leyva, la cittadina di Ráquira è considerata la capitale dell’artigianato della ceramica colombiano e la sua lavorazione risale addirittura alla civiltà Muisca, l’antica popolazione che viveva in queste zone. Nelle sue piccole botteghe potrete acquistare davvero di tutto, da oggetti di artigianato rurale di uso comune, a quelli tradizionali e religiosi ispirati ai nativi Muisca, a pezzi più contemporanei che rappresentano coloratissime scene di vita quotidiana. Anche il paesaggio del paese sembra aver risentito dell’influenza dei suoi decoratori di ceramiche con trame e disegni che delineano le facciate delle case con colori brillanti, tanto da farle guadagnare l’appellativo di Paradiso dei Colori. Gli artigiani locali organizzano anche degli workshop intensivi in cui poter imparare tutti i segreti e le tecniche della lavorazione della ceramica colombiana. A Ráquira l’80% degli abitanti è impegnata in un’attività d’artigianato. La lavorazione dell’argilla è concepita soprattutto come uno strumento per poter tramandare la propria cultura indigena e i propri valori. Per lavorare la ceramica vengono usati aria, fuoco, terra e acqua, gli elementi naturali fondamentali, e la mano dell’uomo riesce a trasformarle in preziosi oggetti in cui poter cuocere il cibo, ad esempio, con antiche tecniche che risalgono al popolo Muisca, tramandate attraverso le generazioni per conservarne e valorizzarne la memoria.
Un’oasi di pace nel convento del Santo Ecce Homo
Ad 8 km da Villa de Leyva il convento del Santo Ecce Homo è un antico complesso domenicano che risale al 1600, inizialmente concepito come buen retiro dei monaci più anziani che potevano trascorrere qui la loro vecchiaia grazie al clima secco e mite. Più tardi il monastero fu ampliato con l’aggiunta di altri edifici tra cui la caratteristica chiesa. Passeggiando sotto il portico del magnifico chiostro interno in mezzo ai colori accesi e all’intensa fragranza dei fiori esotici provo uno stato di quieta serenità, e non smetto di meravigliarmi per le tante sfumature diverse che il ricco territorio della Colombia riesce ad offrirmi: questo luogo è una vera oasi di tranquillità. Nelle pareti sono imprigionati alcuni fossili ritrovati in queste zone e utilizzati durante le ristrutturazioni a mo’ di piastrella e anche le antiche celle, gli interni e la biblioteca sono custoditi con cura.
Il paesaggio unico del páramo andino
A 13 km da Villa de Leyva il parco naturale del Santuario della Flora e della Fauna di Iguaque offre uno scenario selvaggio completamente diverso, con una vasta possibilità di itinerari di trekking. L’ecosistema montano del páramo andino in Colombia raggiunge le sue più vaste dimensioni, ma il suo delicato equilibrio lo rende un sistema tanto unico quanto a rischio, a causa dei mutamenti climatici che stanno riducendo sempre di più la sua estensione. Sulle lande si affollano una moltitudine di preziosissime piante endemiche, l’espeletia o frailejón, che sembrano un incrocio tra delle palme nane e delle piante grasse, puntellando il paesaggio con la loro pettinatura punk verde pistacchio. Le loro foglie ricoperte di peli permettono di catturare il vapore acqueo presente nelle nuvole rilasciandolo nel terreno attraverso le radici, permettendo di avere sempre una riserva d’acqua a disposizione e dando inoltre vita ai grandi bacini idrici sotterranei di tutto il territorio.
L’area del parco racchiude alcuni suggestivi laghetti di formazione glaciale, tra questi la laguna di Iguaque, che secondo l’antica popolazione indigena dei Muisca, aveva proprietà purificatrici per lo spirito ed era considerata la culla primordiale da dove tutta l’umanità ebbe origine grazie alla dea Bachué.
Da Villa de Levya il nostro viaggio prosegue verso un’altra città da non perdere in un viaggio in Colombia: Cartagena De India, che per i fan dello scrittore Gabriel Garcia Marquez sarà un vero tuffo tra le pagine di “L’amore ai tempi del colera“. E se ti è già venuta voglia di prendere il volo scopri l’itinerario sul sito di Zeppelin!