/ Alessia Iselle / da scoprire diario di viaggio viaggi insoliti
Passaggio a Nord-Ovest: il Gansu e la Cina inesplorata
“Per aprire la tua bocca devi prima aprire il tuo cuore alla Cina” Fu Lan Ke
Io il Gansu non sapevo nemmeno dove fosse. Vivevo e studiavo a Kunming, la città dell’eterna primavera, mi divertivo con gli altri studenti e il mio cinese, purtroppo, arrancava.
Poi arrivarono la bella stagione e l’amore. E l’amore aveva gli occhi neri di un ragazzo di New York che aveva imparato il cinese più fretta di quanto ci avessi messo io ad usare dignitosamente le bacchette. Così, dopo aver scoperto che non avevo particolari problemi cognitivi, questo bravo ragazzo, che non smetterò mai di ringraziare per questa e altre cose, decise che doveva aiutarmi a sbloccare la situazione. E mi presentò quello che sarebbe rimasto per sempre IL mio insegnante di cinese: Fu Lan Ke, anche detto Franco.
Di Franco e come sono riuscita ad imparare il cinese
Franco era un insegnate ligio e serio, esperto nell’insegnamento della lingua cinese agli stranieri. Un omino distinto, timido ma severo, di corporatura minuta. Aveva una sua classifica di stranieri e, manco a farlo apposta, noi italiani eravamo in cima alla lista. Amava farsi chiamare Franco e diceva che lo faceva sentire a casa. Mi riempiva di compiti, e quando non li eseguivo vivevo attimi di agonia incrociando il suo sguardo deluso e carico di lieve disprezzo misto a delusione. Sarà stato forse l’amore per il migliore dei suoi studenti, la volontà di non deludere Franco, o un misto delle due cose, fatto sta che in tempo record iniziai a parlare questa lingua ostica.
I racconti di Franco erano fantastici, un po’ per davvero e un po’ per via del suo spirito avezzo all’importanza dell’epica nell’educazione culturale di giovani stranieri che, come diceva spesso lui, dovevano aprire il loro cuore alla Cina per poter aprire la loro bocca. E così mi ritrovai a passare con lui lunghi pomeriggi, discorrendo di politica, società e storia della Cina: nel suo e nel mio cinese. Man mano che passava il tempo le nostre chiacchierate si facevano più interessanti e mi raccontò della tristezza del dover rinunciare ad una seconda gravidanza della moglie, della Rivoluzione Culturale, di suo figlio, dei suoi genitori anziani che vivevano lontani e della sua amata terra d’origine: il Gansu.
Il Gansu
Secondo la leggenda, il Gansu è stato il luogo di nascita del patriarca cinese originale, Fu Xi. Franco mi raccontava di questo misterioso re, uno dei tre mitici sovrani cinesi detti “i tre augusti”, vissuto, secondo la tradizione, tra il 2952 e il 2836 a.C. Me lo descriveva con quattro occhi e una coda di serpente: o almeno così capii io con il mio elementare cinese di allora.
Negli ultimi anni, gli archeologi hanno datato scavi fatti nella parte orientale della provincia di almeno 10.000 anni, dando improvvisamente carne ed ossa ad alcuni dei primi miti che circondano il popolo del Fiume Giallo.
Nonostante questi inizi illustri, un clima arido e spietato ha reso la vita difficile qui: povertà e poche possibilità avevano quindi spinto il giovane Franco a lasciare i genitori, ma anche la moglie e il figlioletto, per cercare fortuna a sud, nello Yunnan. Al di fuori delle oasi, la maggior parte della terra a ovest della capitale Lanzhou è appena abitabile, e fino ad una decina di anni fa, Pechino aveva fatto ben poco per sollevare l’area dal suo isolamento. Anche con il completamento della vitale linea ferroviaria Lanzhou-Urumqi nel 1963 e il successivo sviluppo dell’industria mineraria e industriale, il Gansu rimaneva una delle cinque province più povere della Cina.
Oggi, tuttavia, questa provincia un tempo distante, è a portata di mano. Il Gansu è a solo due ore e mezza di aereo da Pechino, e c’è un treno ad alta velocità tra Lanzhou, la capitale, e Xi’an che impiega circa lo stesso tempo. Cosa cambia in Cina in un decennio e cosa non succede in Italia in trent’anni sulla Salerno-Reggio Calabria!
La Via della Seta
La provincia del Gansu (甘肃) si trova nel nord-ovest della Cina. Confina con la regione autonoma dello Xinjiang, il Qinghai, il Sichuan, lo Shaanxi, il Ningxia, la Mongolia interna e la Mongolia. La sua capitale è Lanzhou (兰州), attraverso la quale passa il fiume Giallo. Lungo questa terra passava la Via della Seta.
Ed era proprio l’immagine della Via della Seta a cui mi rimandava lo sguardo di Franco, dietro i suoi occhiali alla Terry Richardson, con le stanghette attaccate con l’adesivo.
Infilandosi attraverso le montagne e i deserti viaggiavano le carovane di cammelli trasportando merci e idee dentro e fuori la Cina. Viaggiatori e mercanti entravano nel Regno di Mezzo usando una serie di città costruite intorno a delle oasi che fungevano da trampolini di lancio, passando attraverso il desolato Corridoio di Hexi: una stretta striscia di terra circondata da aspre catene montuose, che per millenni è stato l’unico legame della Cina con le lontane “terre dell’ Ovest”. E mentre il Gansu è conosciuto più per l’eredità ricevuta da questi passaggi – una serie di antiche grotte buddiste che si estendono da oriente fino all’estremo occidente della regione, Le Grotte di Mogao (莫高窟, mògāo kū) – ciò che rende la provincia veramente spettacolare è l’inaspettata varietà di paesaggi e di popoli all’interno dei suoi confini allungati.
Terre sconosciute
Potrete visitare vaste praterie in quota, entrare in monasteri buddisti arroccati a migliaia di metri sul livello del mare in quello che si chiama il Piccolo Tibet, valicare il passo Yumen, che letteralmente significa “Passo della porta di Giada” perché da qui veniva trasportata questa pietra e ancora esplorare caverne e reliquiari, e le montagne arcobaleno di Dangxia. Mi chiedo come possa un luogo racchiudere in se tutte queste meraviglie ed essere ancora così sconosciuto.
Forse Terzani non aveva ragione quando diceva che “l’Asia è ormai stata tutta esplorata”, forse rimangono ancora terre da scoprire, piene di magia e tradizioni che resistono al tempo, nonostante la globalizzazione.
Per questi e tanti altri motivi il Gansu rappresenta il punto culminante di un passaggio a nord-ovest. La provincia contiene un inimmaginabile scrigno di pitture e sculture buddiste, un affascinante scorcio della vibrante cultura tibetana Amdo, moschee dall’architettura sino-islamica e paesaggi rurali ancora poco visitati.
Alcuni dei popoli che incontrerai sulla tua strada sono gli Hui discendenti dei cinesi convertiti all’Islam, i Tibetani nella parte più meridionale della provincia, i Dongxian eredi delle antiche popolazioni mongole, i Salar, musulmani turcofoni e i Kazachi. Mescolanze religiose tra minoranze sino-tibetane, musulmani e popoli delle steppe.
Cosa è successo a Franco? La storia ha un lieto fine degno di menzione.
Come quel caro ragazzo newyorkese fece con me, io feci con dei miei amici tedeschi: li mandai a studiare da Franco. E così loro con altri nuovi arrivati. Tanti stranieri impararono il cinese e il gruppo di ex studenti divenne numeroso. Così numeroso da rendere possibile una raccolta fondi che qualche anno fa permise a Franco di realizzare il suo sogno: acquistare della terra e allevare delle pecore. Nel suo amato Gansu, finalmente riunito ai suoi genitori, a sua moglie e suo figlio.
Pensatelo mentre viaggerete in questi lontani affascinanti luoghi e aprite il vostro cuore alla Cina, sia mai che riusciate anche ad aprire la vostra bocca.
Cosa ne fu del newyorkese invece, è un’altra storia. Ma se ti ho fatto venire voglia di scoprire questa regione incantevole ecco il nuovo itinerario Zeppelin nel Gansu.