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Cosa vedere in Colombia: Cartagena de Indias
Tra le tante cose da vedere in Colombia, una delle città più belle e una tappa immancabile in un viaggio in Colombia è Cartagena de Indias: fondata dagli spagnoli nel 1533, ebbe un passato oscuro come importante mercato di schiavi e sede del Tribunale dell’Inquisizione, oggi ridipinto dai colori vivaci delle case, dalle gallerie di street art a cielo aperto e dai parchi, che ospitano opere d’arte e architetture caraibiche. La sua bellezza è stata resa celebre dal romanzo di Gabriel Garcia Marquez “l’amore ai tempi del colera”: se hai amato il libro non tarderai a riconoscerne i luoghi.
Da vedere in Colombia: Cartagena de Indias
Cartagena fu fondata nel 1533 dagli spagnoli, che le diedero il nome di un’omonima città iberica. Il suo fondatore Pedro de Hereida la scelse credendola un luogo sicuro grazie alle sue baie ed insenature, per custodire temporaneamente l’oro e l’argento depredato agli indigeni in attesa del viaggio che li avrebbe portati direttamente nelle casse della corona spagnola.
Pirati, schiavi e Inquisizione
Malgrado la costruzione di mura difensive, la città fu da subito bersaglio degli attacchi dei pirati, che nel giro di un secolo e mezzo la attaccarono almeno sei volte mettendola a ferro e fuoco e saccheggiandola. Anche il pirata più famoso della corona britannica, Francis Drake, passò di qui, depredando la Cattedrale delle sue campane per trasformarle in cannoni. Per cercare di rinforzare il suo sistema difensivo dagli attacchi degli inglesi, gli spagnoli chiamarono allora i migliori ingegneri europei per portarli a Cartagena a migliorare le sue mura rendendole inaccessibili, ed ancora oggi la loro opera rimane uno degli elementi distintivi di questa città nella zona centrale chiamata ciudad amurallada.
Cartagena era anche il più importante mercato di schiavi del Sud America, sulle sue piazze i negrieri portoghesi vendevano gli uomini destinati al lavoro nelle miniere del Venezuela o nelle piantagioni peruviane. L’influenza di diverse culture ha dato a Cartagena sin dalle sue lontane origini l’occasione di essere una vera e propria metropoli multietnica, aperta alle contaminazioni e pronta ad accoglierle.
Nel 1610 gli spagnoli istituirono qui il Tribunale dell’Inquisizione, responsabile di giudicare tutti gli eventuali eretici e stregoni del Sud America, inclusi i padri gesuiti che si battevano in questi territori per l’abolizione della schiavitù. Il palazzo si trova a ovest della città ed è possibile visitare il museo adiacente dove sono custoditi gli strumenti di tortura ed i verbali dei condannati, che furono almeno 800.
L’apostolo dei neri
A pochi passi dal palazzo, la chiesa monastero San Pedro Claver, dedicato al padre gesuita che lottò per l’abolizione della schiavitù dedicando la sua vita all’istruzione e alla difesa dei diritti degli schiavi e soprannominato per questo l’apostolo dei neri, è uno dei monumenti nazionali di Cartagena. La facciata che si innalza in mezzo agli alti alberi è davvero suggestiva e così pure gli interni che ospitano un piccolo museo dedicato alle ceramiche pre-colombiane.
La vicina Torre dell’Orologio era l’antico ed unico accesso principale sulle mure della città ed anche la Cattedrale del 1500 dall’esterno con la sua pietra calcarea ha tutto l’aspetto di una vera e propria fortezza, quasi integrandosi con la muralada.
Il quartiere del realismo magico
Da qui si arriva in uno dei quartieri più caratteristici di Cartagena, quello dei Getsemani, una vera girandola di colori ed architetture caraibiche. I gatti passeggiano pigramente sui ballatoi e sulle verande, stiracchiandosi al sole in questo quartiere anticamente abitato da schiavi e da minoranze non ispaniche, in seguito nei primi del Novecento diventato il barrio di prostitute e delinquenti, e che oggi ha subito una vera e propria trasformazione. I muri sono pieni di murales e graffiti, un’esplosiva galleria d’arte a cielo aperto. Il centro di questo barrio è Plaza de la Trinidad e da qui potete andare alla scoperta del meraviglioso groviglio di stradine che vi condurrà tra i saltimbanchi ed i cartomanti, disegnando un vero e proprio mondo a parte all’interno di Cartagena. Getsemani sembra l’autentica casa nativa del realismo magico ed infatti è soprattutto da questi luoghi che Gabriel García Márquez trasse ispirazione per L’amore ai tempi del colera. È facile poter immagine Gabo passeggiare per queste stradine, cercando di raccogliere i racconti dei passanti, bevendo ron.
Tour a bordo dell’autobus più colorato della città
Per fare un giro turistico di tutta la città si può prendere una chiva: vecchi autobus con le fiancate di legno variopinte a cielo aperto riadattati per i turisti, su cui poter fare un divertente tour diurno o notturno della città. Cartagena è una città con un bassissimo tasso di criminalità, e girare in questo luogo in piena sicurezza e tranquillità grazie anche alle tante pattuglie di poliziotti presenti nelle strade, è assolutamente possibile, in barba alla triste nomea che accompagnava la Colombia fino a pochi decenni fa.
Le scarpe vecchie e la fortezza a prova di pirata
Sulla collina di San Lázaro, l’antica fortezza del Castello San Felipe de Barajas, costruita a partire dal 1536 per volere di Filippo di Spagna a scopo difensivo, si riesce a scorgere ben definita già da lontano. Il castello è un vero groviglio di bunker con un fitto sistema di gallerie sotterranee, concepito dal celebre ingegnere spagnolo Antonio de Arévalo per poter consentire una propagazione del suono anche a grandi distanze, permettendo di sentire i passi del nemico anche da lontano e poter comunicare grazie al riverbero tra le diverse aree dell’edificio.
Vicino al castello c’è una scultura in bronzo molto particolare che raffigura un paio di enormi scarpe vecchie. È il Monumento a los Zapatos Viejos, ispirato ad un sonetto del poeta Luis Carlos López dove Cartagena, città natale dell’autore, viene descritta come un luogo per cui si prova lo stesso tipo di amore che si sente per un confortevole paio di vecchie scarpe, da cui non ci si vorrebbe mai separare malgrado i segni del tempo.
Poco più ad est salendo sulla collina de La Popa, che ospita l’omonimo convento, si può avere una delle viste migliori sulla città di Cartagena.