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Il blog di Girolibero

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Organizzare un viaggio con l’intelligenza artificiale è utile per tante cose (ma non per tutte)

Oggi è sempre più frequente che un viaggiatore chieda a ChatGpt un aiuto per l’organizzazione del viaggio. I dati dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano ci dicono che nell’ultimo anno Il 33% ha utilizzato strumenti di Intelligenza Artificiale, soprattutto per ricevere suggerimenti di itinerari (52%), ottenere informazioni (44%) e cercare attività in loco (42%). E in effetti consultare l’AI può essere un buon punto di partenza per definire un itinerario in base al budget, ai giorni a disposizione e al proprio modo di viaggiare. Ma è rilevante anche segnalare la quota di viaggiatori che ancora non l’ha usata (67%). Ci sono infatti degli aspetti del viaggio che rendono ancora fondamentale la centralità dell’esperienza delle persone. Abbiamo provato a capire perché.

Come organizzare un viaggio con ChatGpt

La regola principale per pianificare un viaggio con l’intelligenza artificiale, è quella di fare le domande giuste – tante domande – e di farle quanto più dettagliate. Facciamo qualche esempio: «vorrei andare nelle Fiandre con i miei figli di 8 e 12 anni. Ho otto giorni a disposizione ad agosto, con un budget di 3.500 euro: che itinerario mi consigli?». O ancora «puoi crearmi un elenco delle cose da vedere assolutamente in un viaggio di 5 giorni a Praga? Viaggio con il mio compagno, siamo appassionati di street art». Altra cosa importante è quella di non dare troppe informazioni in una volta sola, altrimenti rischia di fare confusione, ma soprattutto ricordiamoci di allenare il dubbio e controllare sempre le fonti, perché a volte c’è il rischio che i dati condivisi non siano aggiornati o verificati.

I rischi: affidabilità e omologazione

Possiamo quindi considerare ChatGpt un ottimo punto di partenza per l’organizzazione di un viaggio. Ma bisogna considerare i rischi legati all’affidabilità delle fonti consultate per suggerire luoghi, servizi o itinerari: bisogna sempre avere la pazienza e l’accortezza di verificare le informazioni condivise. Come è capitato ad esempio alla nostra collega Giulia che ha chiesto a ChatGPT di sviluppare un itinerario di 10 giorni tra Normandia e Bretagna, chiedendo di scrivere il punto di partenza e arrivo, i chilometri e il tempo di percorrenza per ciascuna tappa. Risultato: i chilometri e il tempo indicati tra un paese e l’altro non corrispondevano alla realtà, con la constatazione che è solo camminando che si possono verificare i contenuti. Un rischio da tenere in conto. D’altro canto l’intelligenza artificiale è stata un’ottima amica nel suggerire luoghi da vedere, attrazioni turistiche imperdibili e tappe di viaggio. Sempre tenendo in considerazione che l’intelligenza artificiale si basa sui dati a disposizione e il rischio è l’omologazione, a meno che non la persona che interroga gli strumenti dell’intelligenza artificiale non sia veramente bravo e preparato nel fare le domande giuste, evitando di andare dove vanno tutti. Aspetto che potrebbe deludere i viaggiatori più curiosi e intraprendenti, che nei luoghi che visitano cercano il solito (quelle attrazioni che sono imperdibili), ma anche l’insolito (che quasi sempre sono i luoghi più autentici).

Due persone che consultano una mappa durante una pausa in un rifugio in Norvegia.

Il fattore umano: la valutazione della fattibilità e il contatto con gli insider

Con queste premesse crediamo che nella pianificazione di un viaggio il fattore umano sia ancora un punto di vista fondamentale per valutare la fattibilità di una proposta di viaggio, anche nel caso venga suggerita dall’intelligenza artificiale. Grazie all’esperienza di chi organizza viaggi per lavoro si ha la sicurezza di sapere cosa è possibile o meno fare grazie alla conoscenza del luogo e, molto spesso, al fatto di aver già testato il viaggio. E quando questo non è possibile c’è sempre la garanzia di avere un contatto locale – che sia un accompagnatore, una guida o un tour locale – che conoscono ogni chilometro della meta di viaggio che abbiamo scelto. Oltre a dare delle dritte su luoghi ed esperienze autentiche da inserire di tappa in tappa, che rendono il viaggio una reale immersione nel luogo, raggiungendo luoghi che conoscono in pochi, quelli più veri, spesso accompagnati da guide locali entusiaste ed esperte.

Come nascono i nostri viaggi organizzati (e una piccola promessa)

In Girolibero c’è chi seleziona hotel e chi cerca voli, chi definisce il programma e chi risolve imprevisti, chi resta in contatto con le guide e gli accompagnatori e chi si prende cura delle bici. Tracciamo ogni metro del percorso e ci prendiamo cura di ogni minimo aspetto del viaggio: quanti itinerari abbiamo testato, prima di trovare quello giusto! La nostra promessa? È che il viaggiatore non si accorgerà di tutte queste ricerche… perché funzionano. Come abbiamo dichiarato nel nostro manifesto!


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