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Il blog di Girolibero

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Caffè a bordo: il nostro preferito è napoletano

Per le nostre barche abbiamo scelto un buon caffè napoletano. Ma buono davvero. È il caffè della cooperativa Lazzarelle che, oltre ad essere prodotto secondo le regole dell’antica scuola artigiana napoletana, nasce nel carcere femminile di Pozzuoli per favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle donne detenute. Un’opportunità concreta di recupero dove le detenute sono coinvolte nell’intero ciclo di lavorazione, partendo dai chicchi di caffè, fino all’inserimento nel bistrot della cooperativa nel centro di Napoli. Ecco perché è il nostro preferito e perché lo beviamo anche noi nella nostra sede di Girolibero.

Una miscela della tradizione napoletana

Il caffè Lazzarelle segue l’antica tradizione napoletana, senza additivi e dal gusto intenso: viene tostato lentamente, poi fatto raffreddare all’aria, portato a maturazione nei silos e poi macinato. Infine, viene imballato sottovuoto, in materiale plastico senza alluminio, adatto a essere riciclato. La miscela che abbiamo scelto noi è quella classica con il 50% di arabica e il 50% di robusta: un equilibrio tra dolcezza, delicatezza, corpo e forza. Dentro ci sono cinque differenti tipi di caffè: Santos il più classico dei caffè brasiliani, India Plantation, Uganda robusta screen 18 naturale, Arabica Nicaragua e Colombia Supremo.

Un progetto tutto al femminile

Tutto è nato con Imma Carpiniello che nel 2010 ha gettato le basi della cooperativa Lazzarelle, di cui oggi è presidente. Una progetto promosso da una donna che oggi è interamente al femminile e opera all’interno del principale carcere femminile di Pozzuoli a Napoli. Una bella cosa: Imma Carpiniello è stata insignita dell’onorificenza di Eroe Civile dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il suo impegno quotidiano al servizio degli altri.

Made in Italy, o meglio fatto nel carcere di Pozzuoli

Dalla sua nascita la cooperativa Lazzarelle ha accompagnato nel percorso di riabilitazione e inclusione più di 70 detenute. Queste donne, ognuna con un’esperienza unica ma anche condivisa, hanno trovato impiego all’interno della cooperativa. Attraverso programmi di sviluppo personale e professionale, hanno acquisito abilità lavorative e una maggiore consapevolezza dei propri diritti. Un passaggio fondamentale per riappropriarsi della loro autonomia e dignità.

Un caffè etico e artigianale, anche all’origine

Un caffè buono dipende anche dalla scelta dei chicchi. Nel caso delle Lazzarelle, i grani sono quelli della cooperativa Shadhilly che sostiene progetti per piccoli produttori e rispetta i criteri del Commercio Equo e Solidale: garanzia di prezzo equo ai produttori, assenza assoluta di sfruttamento minorile, rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali, sostegno all’autosviluppo economico e sociale.

Se passate per Napoli, c’è anche il bistrot delle Lazzarelle

Si trova all’interno della bella Galleria Principe di Napoli, proprio di fronte al Museo Archeologico Nazionale. Qui le donne della cooperativa possono continuare la loro esperienza di emancipazione. Un modo per chiudere il cerchio nel percorso di reinserimento, entrando a contatto con il pubblico. Nel bistrot si trova il caffè Lazzarelle, ma anche piatti e ricette che utilizzano anche prodotti di altre cooperative che operano nelle carceri e nel sociale in Italia. Napoli è troppo lontana? C’è anche un negozio on line!


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