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Ciclabili del vino: pedalare tra i vigneti
Prima di parlarti di alcune delle più belle Ciclabili del vino, che ti portano a pedalare nelle zone di produzione dei vitigni più rinomati e pregiati, da degustare assolutamente, ti faccio una premessa, doverosa.
Scrivere di vino è forse più difficile che fare vino. Beh, oddio, potare all’alba forse ti fa rimpiangere la penna, ma di sicuro scrivere qualcosa sul vino è spesso un sentimento personale, che fatica a legarsi a una sensazione oggettiva. Interpretabile da molti, da troppi.
Per scrivere di vino, bisogna come prima cosa conoscere il vino di cui si parlerà. Per conoscerlo bisogna berlo, molto, in varie fasi della sua e della nostra vita. Le “ore bicchiere” sono fondamentali, ma sono un metodo diretto, che si avvale del bicchiere come unica arma, una sorta di tramite tra la bocca, la mente e la penna. In tutti questi anni ho però imparato che il semplice limitarsi a bere un vino ti porta a una conoscenza formale, un po’ come con il vicino che si incontra in ascensore o alle assemblee condominiali o a qualche festa di quartiere. Sì, lo conosci, ma quanto veramente? Poco.
Conoscere il vino viaggiando
L’unico modo per conoscere veramente un vino è andare dove il vino nasce, sul territorio. Respirare l’aria dei vigneti, toccare l’uva con mano, conoscere l’aerea di produzione. Le persone che la vivono, lasciare che il sole, il vento, l’umidità dell’aria si attacchino alla tua pelle, parlare ore con i produttori, con gli anziani del paese.
Provare la cucina locale, capire le tradizioni, il dialetto, le imprecazioni locali, l’economia e cosa c’è oltre al vino. Il vino è un prodotto della terra e del lavoro dell’uomo in un’area spesso molto grande, prodotto che finisce in una piccola bottiglia…per capire le domande che la bottiglia ti pone mentre la bevi, bisogna trovare le risposte sul territorio.
Uno dei modi migliori per conoscere un territorio vinicolo è quello di viaggiarci “dentro”, e di sicuro in bici si ha il massimo risultato: un viaggio lento, silenzioso, che ti permette di raggiungere posti anche remoti. un viaggio-conoscenza lento e meditativo.
La connessione “vite=paesaggio da favola” è sempre un classico, il vino buono si fa in collina, nelle belle colline, a volte nelle più ripide. Ma spesso queste colline è possibile ammirarle da comode ciclabili che scorrono ai loro piedi, ciclabili che, come simpatici serpenti, disegnano curve tra le valli.
Le Ciclabili del Vino in Italia
In italia molte sono le zone in cui unire una vacanza in bici alla conoscenza del territorio vitivinicolo.
Penso alla zona del Soave e del Gambellara, con i suoi bianchi minerali e da appassimento come il Recioto, che ha degli ottimi percorsi in bici, e un’uva bella, sana e intrigante come la Garganega. Se vuoi gustarli tutti, ecco l’itinerario in bici ad anello in Veneto organizzato da Girolibero.
I Colli Euganei, zona forse poco conosciuta in alcune parti d’Italia, ma che regala vini inaspettati, frutto della particolare conformazione vulcanica del territorio: Serprino, Fior d’Arancio, ma anche tante varietà autoctone dimenticate che ora piccoli produttori stanno recuperando in modo egregio. Nel tour del Veneto e nella Bolzano-Verona-Venezia abbiamo inserito una tappa per pedalare in questa meravigliosa zona.
E ancora i famosi vigneti della Strada del Vino, che con i suoi 4.250 ettari di coltivazioni rappresenta l’84% dei vigneti in Alto Adige e ospita sia vini di fama internazionale, sia vitigni autoctoni. Se vuoi percorrerla, ti aspetta un viaggio in bici lungo la Ciclabile dell’Adige.
Le ciclabili del vino in Europa
Fuori dallo stivale, molti sono i percorsi interessanti, ma te ne voglio citare 4 su tutti.
I castelli della Loira
Zona vocata e di incantevole bellezza storico culturale e naturalistica. La ciclabile tocca in modo gentile tutte le zone di produzione di alcuni dei più grandi vini di Francia: Sauvignon Blanc, Chenin Blanc, Cabernet Franc e altri vigneti vi osservano come spettatori interessati durante le vostre giornate in bici.
Bordeaux e dintorni
Più a Sud, sempre in terra di Francia, si finisce a pedalare nella zona del Bordeaux, che non ha bisogno di presentazioni: solo una visita al nuovo museo del vino di Bordeaux vale il viaggio, lascia senza fiato! Qui passa l’Eurovelo 1 e la celebre Vélodyssée, da pedalare anche con un tour Girolibero.
La Mosella
Cambiamo lingua, usanze e modo di fare vino, e ci spostiamo in Germania, lungo la Mosella. Vigneti secolari, a picco sulle sponde della Mosella, che possiamo osservare dalla ciclabile che bacia il fiume e dedicarci a infiniti stop per degustare e assaggiare i diversi tipi di Riesling che qui vengono prodotti. Terreno minerale, vite guerriera che resiste ai freddi inverni e che ci regala forse quello che è il vino bianco più intrigante e longevo al mondo. Una regione in cui la viticoltura è eroica, dura, coraggiosa. Anche qui puoi pedalare con Girolibero, con servizio di trasporto bagagli, hotel prenotati e bici fornita sul posto.
Il Lago di Costanza
Tra gli itinerari di cicloturismo più amati in Europa c’è il giro ad anello intorno al lago di Costanza e spesso, chi intraprende questo percorso, ignora la lunga tradizione vitivinicola del territorio.
La vite, giunta qui per la prima volta 1.200 anni fa, viene coltivata in distinte regioni vinicole: il Thurgau, a sud del Reno, tra dolci colline e campi di mele; la regione di Sciaffusa, dove il fiume si getta nelle cascate più grandi d’Europa; il tranquillo Deutscher Bodensee, tra Baden, Württemberg e Baviera; il Vorarlberg e il St. Gallen Rheintal, dove lo sguardo spazia dai vigneti alle valli alpine e il Liechtenstein, il cui vino ha nobili tradizioni. Nella regione i viticoltori coltivano diverse tipologie di vitigni, come ad esempio il Sauvignon Blanc, lo Chardonnay o il Dornfelder, anche se gli indiscussi protagonisti della scena vinicola del Lago di Costanza sono sicuramente il Müller-Thurgau e lo Spätburgunder, o Pinot Nero.
Non tutti sanno, infatti, che il Müller-Thurgau è nato proprio qui, grazie agli esperimenti del botanico ed enologo Hermann Müller, originario del cantone di Thurgau, circa 130 anni fa. Oggi il Müller-Thurgau – un incrocio tra Riesling e Madeleine Royal – è fra i vitigni più coltivati in assoluto in Germania ed uno degli incroci moderni che riscuotono più successo in tutto il mondo. Il vitigno Spätburgunder – che in Svizzera viene chiamato Blauburgunder – fu importato dall’Imperatore Carlo III (839 – 888) dalla Borgogna alle terre carolingie sul Bodensee affinché fosse coltivato nelle “vigne dell’Imperatore”. Oggi lo Spätburgunder è uno dei vini più richiesti sul lago, ed è anche all’origine del nome di una zona di produzione: il Blauburgunderland, nel cantone di Sciaffusa. E se nella regione internazionale del Lago di Costanza la coltivazione della vite ha una tradizione antichissima, è vero anche che negli ultimi decenni i viticoltori hanno investito in maniera importante in ricerca e qualità, portando la loro produzione a nuovi standard. Presso le cantine e i viticoltori ci si può fermare per una pausa, una degustazione e un tour delle proprietà, per proposte eno-gastronomiche che vanno dalle più semplici a quelle più ricercate. Nei diversi periodi dell’anno, infine, sono moltissime le feste e gli eventi dedicati al vino e alla sua degustazione, in genere abbinata alle specialità di stagione (per ogni dettaglio www.weinregion-bodensee.eu).
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